Anni Settanta: la musica e la politica, il singolare e il collettivo, il sesso, la coppia, aperta / apertissima / quasi sfatta, l'on the road praticato o immaginato, i concerti, il fumo, i jeans a tubo e quelli a campana, la psichedelia, l'antipsichiatria, la California, i miti e i riti, il lirico e l'epico, l'ironia, il quotidiano, i giochi, le credenze e le speranze, il prima e il dopo, il quartiere e l'oratorio, la piazza e i bar.. Cos'è che si ferma nel tempo?

giovedì 2 dicembre 2010


Questo è un racconto di piazza, non certo roba da fighetti.
Ricordo che dopo il rapimento Moro, nel Marzo 1978, vi fu una fase di attendismo, poi, dopo il ritrovamento del suo cadavere a Maggio, le cose iniziarono a precipitare rapidamente. Il Potere ci aveva dato l'ultimatum: 'O con lo Stato o con le Brigate Rosse'. 'Né con lo Stato né con le BR' aveva replicato il Movimento, come se quel semplice slogan avesse potuto essere sufficiente.
In realtà, se era vero che nessuno di noi avrebbe mai accettato di passare dalla parte del nemico perché le BR avevano esagerato, le divisioni all'interno del Movimento divennero sempre meno sfumate. I duri e puri, da tempo irreggimentati in strutture paramilitari un po' ridicole in attesa della Rivoluzione Imminente, s'irrigidirono ancor di più sulle proprie posizioni, mentre i cosiddetti cani sciolti come me furono in certo qual modo estromessi dalla battaglia. Molti in quel momento scelsero  di abbandonare il campo, mentre gli indiani più irriducibili furono costretti a spostarsi nelle riserve, dove, ovviamente, cominciò a dilagare  la temibile acqua di fuoco degli yankees, l'eroina insomma.
Andavo ai giardinetti ed era un vero sballo vedere i vecchi compagni di sempre, seduti al mio fianco sulla panchina rotonda, voltarsi all'improvviso da una parte per vomitare.  Ogni tanto qualcuno di loro collassava e finiva all'ospedale, altre volte in prigione; la polizia li cercava e anche i compagni duri e puri li sprangavano in quanto indecenti. 'O con noi o con i tossici' sembravano voler comunicarci, perché, pur non facendo uso di droghe pesanti, non ci decidevamo a optare per la carriera militare e abbandonare a un triste destino i nostri vecchi compagni.
Continuai a resistere per alcuni mesi, sino a quando picchiarono anche me, poi non ne potei più e me ne andai per sempre.

2 commenti:

  1. Sarebbe bello poter dire che la storia ci ha dato ragione, in realtà tutti noi, militaristi e frikkettoni, autonomi e creativi siamo stati sconfitti, schiacciati e gettati in un cassonetto con su scritto "anni di piombo".
    Fosse anche solo per questo, per continuare a ribadire testardamente che è esistito qualcosa, nello spazio, nel tempo e dentro di noi, un altrove non riconducibile allo scontro fra due poteri necrofili, fosse anche solo per questo e non anche per il piacere che ne ricaviamo, credo sarebbe giusto continuare a raccontare le nostre storie, diverse, intraducibili, singolari, irriducibilmente minori.
    E tu, caro Busthard, se davvero te ne fossi andato "per sempre" non saresti qua a snocciolare i ricordi...

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  2. Caro Giambo, me ne sono andato da uomo libero e non da schiavo di una qualche pseudoideologia, eroina compresa, e quindi per quanto mi riguarda nessuno è riuscito a gettarmi nel cassonetto insieme agli altri.
    Di quel triste scenario che quel giorno ho per sempre abbandonato mi resta solo un vivido ricordo da "snocciolare" come tanti altri..

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